Il Cannolo (900 d.C. - ?)
mercoledì 4 novembre 2009
Il cannolo è una delle specialità più conosciute della pasticceria siciliana. Dal latino canna, al singolare significa - letteralmente - piccolo tubo. I cannoli venivano originariamente preparati in occasione del carnevale e pare che la loro storia risalga addirittura al mitico harem di Caltanissetta. Col passare del tempo la preparazione ha perso il suo carattere di occasionalità ed ha conosciuto una notevolissima diffusione sul territorio nazionale, divenendo in breve un rinomato esempio dell'arte pasticcera italiana nel mondo.
Si compone di una cialda di pasta fritta (detta scorza e lunga da 15 a 20 cm con un diametro di 4-5 cm) ed un ripieno a base di ricotta. Per la scorza, si formano piccoli dischi di pasta (fatta di farina di grano tenero, vino, zucchero e strutto) che vengono arrotolati su piccoli tubi, da cui il nome, di metallo e poi fritti - tradizionalmente nello strutto - oggi anche in grassi meno costosi. Prima delle moderne leggi in materia d'igiene, la pasta veniva arrotolata su piccoli cilindri ottenuti ritagliando normali canne di fiume, che diedero così il nome al dolce. Il ripieno tradizionale consiste di ricotta di pecora setacciata e zuccherata, ma recentemente alcune pasticcerie hanno iniziato a produrne anche con ricotta di mucca, pur meno saporita di quella ovina, con crema pasticciera o crema di cioccolato. Ci sono poi differenze locali, che prevedono l'aggiunta di pezzi di cioccolato, di canditi, di granella di pistacchi o nocciole. Il cannolo farcito viene poi spolverato di zucchero a velo. I cannoli vanno riempiti al momento di mangiarli; questo perché, con il passar del tempo, l'umidità della ricotta viene assorbita dalla cialda facendole perdere la sua croccantezza. Per evitare questo inconveniente, alcuni pasticcieri rivestono la superficie interna del cannolo con cioccolato fuso: in questo modo, l'involucro non si impregna rimanendo croccante per più tempo.
Nella Sicilia orientale esistono le varianti alla crema e al cioccolato ma, coi tempi che corrono (la crisi, i buchi di bilancio delle varie amministrazioni locali, ecc.), è allo studio una variante cosiddetta disegnata: prendete un vostro amico e assicuratevi che sappia disegnare bene. Munitelo di fogli di carta, abbastanza resistenti, e di matite e pennarelli colorati. Ditegli dunque di desgnarvi un bel cannolo riccamente colorato. Lasciate asciugare il tutto e potrete passare così ore allegre e spensierate ricordando, con gustosa nostalgia, i bei tempi di quando i cannoli ve li potevate davvero permettere.
I cannoli hanno goduto, recentemente, di un'inasepttata popolarità internazionale grazie a Totò Cuffaro, già governatore della Regione Sicilia, quando questi li ha usati per festeggiare - in maniera discreta, occorre ricordarlo - la condanna a cinque anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento semplice ad alcuni presunti mafiosi. Del festeggiamento - discreto, ripetiamo - ne parlano tutti giornali nazionali e non, esagerando il tono. Come se un qualunque cittadino non fosse libero di festeggiare una qualsivoglia condanna. Il povero Cuffaro, altresì noto come zu Vasa Vasa (per la sua insana attitudine allo sbaciucchiamento), ha poi dovuto - pressato dalle troppe critiche seguite ai festeggiamenti - rassegnare le dimissioni dalla sua carica tanto prestigiosa.
Passerà alla storia con un nomignolo attribuitogli da una tribù di nativi americani, i Chirihua: SchankaTanka (Colui che è stato schiacciato da un cannolo selvaggio).
Oggi i bambini, guardando la foto sopra riportata (copyright fotoLobo), sono usi dire: "Talè, ma cu è du panzuni sutta 'u cannolu?!?" [Trad.: "Accipicchia, ma chi è quel pingue signore posto al di sotto del cannolo?!?"]